La Guerra delle 2 Torri – Capitolo II

L’ombra della Croce

Nella primavera del 1391 l’aria vibra di tensione e speranze, mentre le principali fazioni del Nord Italia si radunano tra le austere pareti del monastero. I Visconti di Milano, i Marchesi del Monferrato e i Sannazzaro, legati alla Santa Sede e a Firenze, si recano presso l’abbazia di Santa Chiara su invito del Papa. Lontano dal clamore delle città, il monastero offre una neutralità solo apparente: le sue mura impregnate di preghiere e silenzio, ora, ospitano giochi di potere che segneranno il destino della penisola. I Visconti portano con loro il peso della loro dinastia; sono una macchina da guerra ben oliata, guidata dall’imponente figura di Riccardo Visconti. Dall’altra parte c’è la delegazione del Monferrato, che si presenta come un fulmine a ciel sereno carico di rabbia repressa e Amalia Paleologo che ne guida i rappresentanti con una determinazione che non lascia dubbi sulle sue intenzioni. Tra loro si ergono gli inviati del Papato, severi e inflessibili, con Madre Agnese da Siena che osserva tutto con uno sguardo gelido, pronta a giudicare. L’ombra della Croce incombe sull’assemblea, simbolo di una spiritualità ormai piegata ai capricci degli uomini: ogni parola, ogni gesto sotto il pretesto della diplomazia, ogni parola, ogni gesto sotto il pretesto della diplomazia, nascondono rivalità secolari e desideri mai sopiti. Il destino dell’Italia si giocherà lì, tra il freddo delle pietre e la fiamma delle ambizioni.

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